Analisi Forex 2 ottobre 2014: tassi BCE

 

Oggi è la giornata clou per Mario Draghi che annuncerà la decisione sui tassi della BCE attesi invariati al minimo storico e dovrebbe dare le linee guida per l’implementazione del programma ABS. Indiscrezioni di funzionari della BCE che chiedono di rimanere anonimi sottolineano come la BCE sia pronta a comprare fino ad un rating junk nel caso di bond ciprioti e greci. Paradossalmente il presidente della BCE terrà la riunione a Napoli, tristemente famosa in Italia per l’affaire legato ai rifiuti (junk in inglese spazzatura ndr).

Il tutto mentre si respira un’aria di rinnovata tensione in medio oriente, dove ritornano alla mente le parole del primo ministro turco Erdogan di pochi giorni fa sulla salvaguardia dei confini vicini alle zone abitate dalla popolazione curda, dove i guerriglieri dell’ISIS stanno avanzando per raggiungere le città.

E se a Hong Kong contrinuano le proteste del movimento Occupy, il governo di Pechino ha espresso il suo parere favorevole ad alcune degli slogan del movimento. È quindi ancora tutto in gioco nel sudest asiatico, dove indiscrezioni suggeriscono che il governo autonomo potrebbe lasciare in queste ore.

Market Movers

Alle 10:30 nel Regno Unito l’indice PMI sul comparto costruzioni atteso in lieve calo a 63.5 rispetto al precedente a 64.0. Alle 13:45 in Europa la decisione sui tassi d’interesse attesi invariati a 0.05%.

Alle 14:30 negli Stati Uniti il dato sulle nuove richieste di sussidi attese in lieve aumento a 297 mila unità rispetto alle 293 mila del dato precedente. Alle 16:00 gli ordinativi industriali dovrebbero mostrare una contrazione attestandosi a -9.3% mese su mese rispetto al 10.5% della lettura precedente.

EURUSD

La moneta unica apre la giornata in controtendenza rispetto a ieri con un rafforzamento generalizzato del biglietto verde che ha riportato il cambio in area 1.2630, ma saldamente ancorato all’interno del canale ribassista di medio periodo che ne ha delimitato brillantemente i movimenti in queste ultime settimane. Le prospettive sono per una lateralizzazione in attesa della BCE alle 13:45, appuntamento su cui sono già presenti ombre dovute all’atteggiamento ostile della Germania, dovessero essere confermate le indiscrezioni sull’acquisto di titoli junk. Nel pomeriggio, poi sarà la volta del mercato del lavoro USA, dove la FED è nuovamente al centro delle attenzioni degli osservatori dopo i rumors che collocano l’istituto centrale americano in procinto di sorvegliare il mercato bancario a stelle e strisce per una possibile bolla sui prestiti a leva che mette seriamente a rischio la credibilità della banca centrale americana e soprattutto, dovesse la bolla andare fuori controllo, pone in serio rischio la ripresa economica globale.

GBPUSD

Il ritorno sopra il livello a 1.62 del cable va di pari passo con il generale ridimensionamento del biglietto verde che ha interessato tutte le principali valute anche. Con i dati in uscita in mattinata sul PMI costruzioni, dopo le performance deludenti di ieri dal comparto manifatturiero, la sterlina inglese è ancora alla prova dei numeri. Tecnicamente il cambio GBPUSD è ritornato all’interno del canale ribassista di breve periodo (grafico) dopo un generale indebolimento del dollaro statunitense nel pomeriggio di ieri: saranno comunque i dati macroeconomici di oggi a guidare il movimento.

USDJPY

Dopo aver toccato la soglia psicologica di 110, lo yen giapponese ha ricominciato ad apprezzarsi nella notte riportandosi nelle prime ore della mattinata in area 108.70 abbandonando completamente il canale rialzista di breve periodo (grafico) e inserendosi nel canale rialzista di medio periodo in cui scambia nella parte superiore. I mercati azionari in Asia continuano ad essere sotto pressione da inizio settimana a causa delle tensioni a Hong Kong del movimento Occupy e a causa delle preoccupazioni per l’imminente interruzione del programma di quantitative easing della FED. Con l’indice Nikkei della borsa di Tokyo che chiude la sessione di scambi a -2.61%, erano nell’aria i malumori del Sol Levante per uno yen troppo debole, il cui livello insostenibile stava mettendo in pericolo l’efficicacia delle Abenomics (le misure straordinarie del primo ministro Shinzo Abe di supporto all’economia). Il cambio USDJPY torna quindi in un territorio più accettabile con la prospettiva di ulteriori ribassi se venisse confermato il trend attuale: infatti, nonostante l’apprezzamento dello yen dia sollievo alle politiche del governo di Tokyo e alla Bank of Japan, quest’ultima potrebbe necessitare di un ritorno all’interno della famosa area neutrale tra 101.50 e 103.50 dove si è sempre cercato di mantenere il cambio contro dollaro statunitense.

 

 

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