Il 18 giugno del corrente anno è scaduto, come i più sapranno, il termine per il versamento della prima rata IMU, l’imposta sugli immobili che dal 2012 sostituisce la vecchia ICI.
Il governo ha inizialmente previsto un’aliquota comune dello 0,76% per le abitazioni non principali, e dello 0,4% per l’abitazione principale, invertendo quindi quello che era un “principio” della vecchia ICI, ovvero la non imponibilità della prima casa (o abitazione principale).
Il gettito derivante dall’imposta è destinato, per la prima casa, interamente ai comuni; per le abitazioni ulteriori invece questo va suddiviso in parti uguali tra lo Stato ed il comune: in ogni caso lo Stato non potrà avere una percentuale inferiore allo 0,38% sull’imponibile di ogni abitazione, posto che i comuni hanno la facoltà di variare l’aliquota dello 0,76% di 0,3 punti percentuali (in aumento o diminuzione) e l’aliquota dello 0,4% di 0,2 punti percentuali.
Le aliquote previste erano però soltanto “provvisorie”, infatti il governo si riservava il diritto di variarle in aumento qualora il gettito della prima rata fosse al di sotto di determinati parametri, ragion per cui per la prima rata non sono state prese in considerazione le diverse delibere comunali sull’aliquota da applicare.
E’ quindi notizia di questi giorni che il gettito dell’imposta ha raggiunto i target prefissati, ragion per cui le aliquote non verranno variate, come inizialmente previsto dal governo.
Insomma, una volta tanto una notizia positiva in ambito fiscale.
A cura di Studioemmi.it
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